Thursday, September 9, 2010

due donne condannate, due pesi e due misure

Due donne, due vite umane, condannate a morire per mano di un boia pagato dallo stato, dal popolo, entrambe accusate di avere causato la morte del marito.
Una, americana, disabile mentale giustiziata con una iniezione di veleni pochi giorni fa… senza clamore, senza simpatia e mobilitazione, senza raccolta di firme e iniziative del governo.
L’altra, Sakineh, iraniana, sarebbe stata lapidata per l’adulterio, ma sara’ impiccata per l’omicidio del marito. Nonostante la mobilitazione in tutto il mondo occidentale, la legge avra’ il suo corso e morira’.

Due vittime della stessa crudelta’ delle leggi di due stati che si definiscono l’un l’altro “stato canaglia” e stanno minacciando di ingaggiare una nuova guerra che, ovviamente, avra’ effetti sul mondo intero.
A questo punto io domando… come mai tanta attenzione e’ data a Sakineh e per la disabile americana solo un paio di servizi nei TG e pochi trafiletti sui giornali?
Vogliamo provocare il mondo islamico? Chiedergli clemenza per quello che loro considerano un reato imperdonabile? Vogliamo farli passare per i ‘cattivi’ senza compassione? E’ chiaro che siamo schierati.
E’ da quando abbiamo perso la guerra che siamo diventati ‘americani’… territorio ‘liberato’, diventato colonia dell’impero occidentale. Va bene, e’ storia, ma son passati tanti anni e forse questo e’ il momento di recuperare un po di dignita’e liberta’ di coscienza. Siamo contro la pena di morte? Allora protestiamo in egual misura, mobilitiamoci su tutti i fronti e testimoniamo con egual forza la nostra volonta’ di abolire la violenza dalle leggi degli stati e dalla coscienza dell’umanita’.
Ma non e’ cosi’… ci sentiamo piu’ vicini a Sakineh, abbiamo piu’ orrore della morte cruenta con le pietre di quella data con un ago sdraiata su un lettino. E’ questione di civilta’….
Lo spot della coca-cola che sta passando RAI2, quello del bottiglione di cocacola sulla tavola da pranzo della tipica famiglia italiana, e quello del bambino che con accento americano annuncia la precipitazione di merendine su tutta italia, sono solo il segno di come sia diffusa la contaminazione culturale.
La TV e’ lo strumento che condiziona, manipola, distrae e assorbe l’attenzione, consuma tempo ed energia.
E ora di dire BASTA! Mi libero del condizionatore di coscienza e voglio ricuperare il mio tempo per stare con la famiglia, per leggere, per socializzare, per vivere la mia vita, il mio ‘reality’ personnale!

1 comment:

  1. Due servizi, due servizi del Tg1 di oggi 9 settembre, salvare la vita di Sakineh, l’adultera accusata di aver preso parte all’omicidio del marito e condannata in Iran alla pena di morte per lapidazione e, subito dopo, le proteste in Afganisthan per il programmato evento mediatico americano… verra’ bruciato il Corano.

    Due provocazioni forti, per far incazzare il nemico prescelto, per stimolare i fondamentalisti ad accendere le piazze e inneggiare alla morte del nemico? Dare il la’ ad una serie di attentati? Han deciso che i veterani e le reclute in ritiro dal Iraq e’ meglio che restino al ‘fronte’ piuttosto che tornare a casa dove i disoccupati stanno diventando tanti? E perche’ il TG1 non da spazio alle proteste per le condanne a morte nelle carceri degli Stati Uniti? Tra qualche giorno rivedremo le immagini dell’11 settembre, nell’anniversario, i tg e i talk show ce le riproporranno di sicuro, cosi’ sara’ ricordato che il ‘nemico’ e’ ancora vivo e minaccioso…

    Aiaiaiaiaiaiiii… la vedo brutta. Mi ricordo lo tzunami emotivo che aveva investito tutto il mondo occidentale e che aveva sortito l’effetto di far sentire tutti americani, violati nei simboli del capitalismo, del commercio mondiale, il World Trade Center, l’11 settembre, “la data che ha cambiato il mondo”, la data che e’ stata usata per dichiarare la “guerra infinita”, il cantiere assicurato per i manovali della guerra, per l’industria che andrebbe in fallimento in un mondo in pace, senza guerre.
    Iraq, Afganisthan, Iran, la canaglia sta seduta sopra i pozzi di petrolio e si tratta solo di sollecitare il consenso e legittimare un nuovo fronte di battaglia.

    Aiaiaiaiaiaiiii… che sara’ sara’, la storia lo dira’.

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